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La salvezza ritorna oggi al centro degli interessi dell'uomo delle società avanzate occidentali. A fronte delle paure generate dalla tecnologia e dalla globalizzazione, egli però fatica a confrontarsi o semplicemente a contemplare l'idea di una salvezza, intesa in senso religioso. Certamente chi vive in condizioni di precarietà o in pericolo di vita sperimenta la salvezza come un bisogno, un'ancora, una speranza, a dispetto di altri che invece non ne comprendono l'urgenza e il senso stesso, tanto più se riferito a una relazione col divino. Sembra insomma che il cristianesimo parli di salvezza, collocandosi su un registro mentale e spirituale diverso, se non in contrapposizione, alle esigenze salvifiche della società post-moderna. Una situazione analoga si potrebbe delineare per la società mediterranea dei primi secoli della nostra era, nel processo di accoglienza del cristianesimo. E' quanto viene analizzato nei nove saggi raccolti in questo volume, dedicati al tema della salvezza in epoca tardo antica, che potrebbero pertanto aprire piste di riflessione per una riformulazione della salvezza all'uomo contemporaneo. Nello specifico, gli studi forniscono un contributo alla conoscenza del poliedrico concetto cristiano di salvezza, elaborato nel contesto delle relazioni tra pagani e cristiani. I contributi del volume lasciano emergere importanti punti di convergenza, che consentono di guardare al confronto sul tema della salvezza, allora attuato tra pagani e cristiani, non più in termini di conflitto, ma secondo la prospettiva feconda delle relazioni.